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Tartarughe e buoi… di Bruno Manunza

Nonsolomacro. Una vera tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) ripresa ambientata in quello che è il suo ambiente naturale: un torrente nel Sarcidano. Altri avrebbero ambientato una tartaruga azzannatrice della Luisiana in una pozza di scogliera dell’Asinara… ma noi siamo scienza, non scemenza. E conosciamo quello che fotografiamo. Quando fotografiamo una tartaruga come quando fotografiamo un bullone o la gente per la strada.

La foto è stata realizzata in una delle uscite di Nonsolomacro2017, nella zona di Laconi (OR), in Sardegna. L’incontro è stato piacevole, verrebbe da dire fortunato, ma in realtà quando si esce con regolarità in natura le cose è naturale incontrarle, senza dover per forza fare la spesa al petshop prima di andare nel bosco… Niente di male in questo. Ricordo che Attenborough, forse il più grande documentarista vivente, diceva che se vogliamo documentare l’accoppiamento notturno degli scorpioni nel deserto africano possiamo anche trascorrere un mese nel deserto e magari produrre pochi metri di ripresa scadente. Ma se allestiamo un ambiente controllato che riproduce quell’habitat e inseriamo alcune coppie, faremo senz’altro la ripresa. Certo un grande documentarista è animato da intenti scientifici e dal rispetto delle condizioni reali. E, a differenza di qualche fotografo improvvisato, non fa arrampicare uno scorpione che, per abitudine, preda al suolo su un ramo d’albero (salvo inondazioni)… a combattere improbabili battaglie da arena romana.

Ora, in risposta ad una considerazione che mi fu fatta tempo fa, preciso un paio di cose. Ho sviluppato e praticato l’uso di grandangolari molto spinti in macrofotografia negli anni ’90, lavorando in analogico e con obiettivi da me modificati. Quando si va così vicino ai soggetti un minimo di gestione è inevitabile. Per questo motivo non ho mai inviato questo tipo di scatto ad un concorso fotografico. Parto dal principio che: uno la giuria non sia fatta di sprovveduti (ma forse non è proprio così…) due non bisogna prendere per il culo gli altri concorrenti… In fondo non tutte le foto devono finire in un concorso. Possono essere destinate a un libro, ad una rivista, all’agenzia, ad una mostra… Eppure esibire il raw di questo scatto non comporta nessuna difficoltà e non rivela niente di più diquel che si vede… Diciamo questo: Se ci sono delle regole, riguardo la manipolazione, le tecniche di postproduzione, o quant’altro, rispettiamole. I concorsi non sono la parte più importante della fotografia (e sono stato premiato in parecchi). Poi come disse una volta uno di voi: non esiste il campione mondiale della fotografia. La fotografia non è come il lancio del giavellotto. Ma, soprattutto, non è uno sport competitivo.

Bruno Manunza

Published in Storie...

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