Diversi anni fa, nel 2010, per la precisione, durante un Workshop che tenevo a Carloforte (Isola di San Pietro), nella sessione notturna feci qualche scatto alla via lattea con le Colonne come primo piano e alcuni faraglioni poco distanti dalla costa. Non era, la Via Lattea, allora un soggetto particolarmente inflazionato e la D3S permetteva di renderlo abbastanza bene. Poi, in un workshop queste cose piacciono. Ma non era questo l’argomento del post…
Lo scatto a sx mostra l’elaborazione del raw di allora, sette anni fa. Quasi rigorosamente monocromatico. I due successivi suno una rivisitazione del raw realizzata in questi giorni . Al centro una concessione (moderata) al gusto attuale, psichedelico e fantascientifico, a destra una gestione meno spinta e più rispettosa della fisiologia della nostra visione.
La retina umana, infatti, ha due tipi di recettori, i coni, attivi nella visione diurna e grazie ai quali percepiamo i colori, e i bastoncelli, che funzionano al buio e non sono sensibili ai colori. Questo il motivo del noto proverbio sul colore dei gatti di notte… al buio non distinguiamo i colori. E questo il motivo per cui molti scatti notturni sembrano invece diurni, il nostro cervello non riconosce quelle immagini come notturne perchè troppo colorate. La via lattea è un oggetto debolmente luminoso e non ne percepiamo i colori per questo motivo. Il sensore rivela e mostra una rappresentaziono distante da quello che siamo abituati a vedere.
Personalmente preferisco una descrizione più simile a quello che realmente si osserva in quelle condizioni, anche se l’impatto è inferiore. Ma, come mi capita di dire nei miei corsi, se la pietanza è troppo speziata, forse il cuoco sta cercando di dare sapore a qualcosa che non lo ha… o peggio
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